lunedì 30 marzo 2009

Report: Puntata del 29/03/09 sull'ambiente.




Nella puntata di Report del 29 Marzo
si è discusso sul nucleare. Se fosse necessario oppure no ai fabbisogni energetici del nostro paese. Intervistati, dal programma condotto da Milena Gabanelli, sono stati vari ingegneri ed esperti del settore soprattutto francesi.
Tra le tematiche del programma ci sono le spese. Secondo l'economista nucleare Bernard Laponche allo stato italiano oltre alle spese dell'importazione dell'uranio ci sarebbero anche spese riguardanti l'arricchimento dell'uranio. L'esperto intervistato da Michele Buono si chiede se lo stato italiano insieme ai vari finanziatori sarebbe disposto a sostenere una tale spesa. Se il governo italiano non fosse disposto a produrre l'uranio arricchito nel proprio paese dovrebbe acquistarlo all'estero, probabilmente in Francia. Ma le spese non finiscono qui, sempre secondo Laponche, l'Italia priva di materie prime sarebbe costretta ad importare anche il combustibile necessario alle reazioni di fissione dell'atomo; anche qui l'Italia sarebbe costretta ad importare il combustibile necessario, sempre per il motivo dei troppi costi di investimento sul nucleare.
Se l'Italia cominciasse ad importare, comincerebbe a dipendere dai paesi esteri e soprattutto dall'andamento del mercato dell'uranio e quindi dai costi delle materie prime. In pratica ad un'eccessivo aumento del costo delle materie prime indispensabili per le centrali corrisponderebbe un'aumento del costo dell'uranio.
Sempre nello stesso servizio si è parlato di sicurezza. Nell'indagine svolta da Michele Buono è venuto fuori che esiste un rapporto top secret sulla sicurezza delle centrali nucleari stilato da E.D.F.(Électricité de France
) che riguarderebbe i rischi in termini di salute che corre la popolazione stanziata su territori ad alta presenza di radiazioni. Ufficialmente E.D.F. ritiene che l'unico rischio che la popolazione corre è quello dovuto al terrorismo via aerea e sulla quale la società francese e ben preparata e prevenuta.
Arrivati a questo punto ci si chiede: Ma allora
perché tutto questo? Perché lo stato ha istituito questo accordo con Sarkozy?. Tra i motivi di questa decisione si deve alla volontà del governo di diminuire il costo dell'energia, per risolvere un problema che il decreto Bersani del 1999, emanato in seguito ad una direttiva della Commissione europea sulla liberalizzazione del mercato dell'energia, non ha funzionato, ma che ha fatto lievitare il costo della bolletta del 10% all'anno. Motivo futile utilizzato dal governo per giustificare il rinnovo al nucleare.
Secondo me uno dei motivi principali per cui il nucleare dovrebbe essere approvato dovrebbe essere la riduzione dell'inquinamento, che porterebbe l'Italia ad un aumento della qualità della vita e ad una riduzione del debito pubblico italiano. Anche se non si direbbe il nucleare diminuirebbe il deficit pubblico
perché abbassando le polveri sottili l'Italia rispetterebbe il protocollo stipulato a Kyoto che comporta una multa in caso di mancato raggiungimento degli obbiettivi (cosa che l'Italia sta facendo).
A proposito della riduzione della dipendenza dalle fonti non rinnovabili,
Report ha proposto un servizio sull'operato di Alessandria in collaborazione con un progetto europeo che riguarda la riduzione degli sprechi. Ad Alessandria l'amministrazione comunale ha deciso di applicarla sulle case popolari, iniziando con l'applicazione del cappotto su tutti i palazzi. Ma l'iniziativa più importante ed interessante è stata quella della costruzione di un'intero villaggio fotovoltaico in grado di dare energia a 20000 persone.
Ottenendo così un risparmio sull'energia del 37%.
Ma se questo progetto si allargasse di scala su tutta l'Italia si
otterrebbe una minor consumo e quindi in una società come la nostra basata sul consumo si otterrebbe una diminuzione della ricchezza, ma un'aumento della qualità della vita. Sembra una contraddizione, cioè a una decrescita del PIL corrisponde un maggior benessere. E' quello che sostiene Enzo Tiezzi professore di chimica ambientale all'Università di Siena.
Insomma il nucleare non è indispensabile per il nostro paese se si puntasse sulle risorse rinnovabili, ma per fare ciò bisognerebbe che ogni individuo agisse singolarmente senza aspettare sempre aiuti dall'alto.










domenica 22 marzo 2009

Le italiane sono fuori dall'europa che conta. Ma le inglesi ci sono veramente?



Per il secondo anno di fila le italiane non raggiungeranno le semi-finali, al contrario delle squadre inglesi che invece non hanno perso plotoni nei turni precedenti e che hanno un posto assicurato nelle semi-finali.
Peccato.... Ma ora chiediamoci, quanta Inghilterra c'è e c'è stata nelle partite di champions? Poca, basti pensare che dei 12 goal segnati dalle squadre inglesi solo un goal (tra l'altro su rigore) è stato realizzato da giocatori inglesi (l'8,33% dei goal). Ma non è detto che per il solo fatto che gli inglesi non segnino vuol dire che non ci siano inglesi. E allora sono andato a controllare quanti giocatori dell'undici iniziale presentatosi contro le squadre italiane erano inglesi ottenendo che: su 66 giocatori schierati dalle squadre in campo, solo 14 erano inglesi (21,21% dei giocatori). Non molto meglio le italiane che su 66 giocatori schierati titolari, 25 erano italiani (37,87% dei giocatori).

Ora, con questo discorso non voglio sembrare razzista, ma volevo solo fare una considerazione agli inglesi che criticano il calcio italiano. Infatti gli inglesi non dando la possibilità ai suoi giocatori inglesi di poter disputare partite a livello europeo non riesce a farli crescere e i risultati si vedono poi in nazionale, con l'Inghilterra che non riesce a raggiungere le fasi finali degli europei.
Demerito quindi agli inglesi che non hanno saputo valorizzare il loro calcio e i loro calciatori; piccola soddisfazione invece per gli italiani che riescono ancora a raggiungere buoni risultati a livello internazionale (vedi mondiale 2006) e che riescono a lanciare buoni giocatori anche a livello europeo (vedi Santon, Marchisio ....). E poi perchè andare a cercare giocatori in Brasile o in chissà che altro posto quando nel proprio giardino di casa crescono giocatori di talento. Certo va dato merito all'Inghilterra di aver saputo creare un buon gioco concreto e spettacolare.

mercoledì 11 marzo 2009

L'importanza dell'atomo per l'Italia



Pensiamo a tutto ciò che utilizziamo ogni giorno e che funziona trammite l'energia elettrica; computer, forni, luci ecc.
Bene, attualmente l'Italia è costretta ad importare 84,5% dell'energia dall'estero, quindi il nostro paese riesce a soddisfare da sola il proprio fabbisogno solo per il 15,5%.
In pratica se noi accendiamo in Italia una comune lampadina che consuma 20W, di quei 20W, 17W vengono dall'estero mentre sole 3W gli riesce a produrre l'Italia.
Ma c'è un'altro dato da ricordare, del 15,5% di energia che l'Italia riesce a produrre, il 33,4% viene dai gas, il 17,9% da fonti rinnovabili, l'utilizzo di carbone e risorse solide invece soddisfa il 17,2% mentre il petrolio il 17%.(fonti da:http://www.ecoage.it/situazione-energia-italia-2004.htm)
E' risaputo che l'Italia non dispone di materie prime e che quindi è costretta ad importarle. Per cui l'Italia riesce ad ottenere energia dal proprio territorio solo per il 17,9%.
Ora, l'Italia importa energia dall'estero pagandola ovviamente ad un prezzo maggiore rispetto ai costi di produzione. Ma se l'Italia cominciasse a produrre energia tramite l'atomo si avrebbero alcuni vantaggi. Il costo dell'uranio importato per far funzionare le centrali sarebbe sicuramente inferiore rispetto al costo d'importazione di petrolio gas e quant'altro. Ma il vantaggio più importante sarebbe costituito dalle minori emissioni di gas dannosi delle centrali nucleari. Inoltre non è concepibile che il settimo paese più potente al mondo non possa disporre dell'energia atomica.
Un'altra considerazione da fare sarebbe lo smaltimento dei rifiuti. Come pensiamo di riuscire a smaltre i rifiuti prodotti dalle nuove centrali nucleari se non riusciamo a smaltire quelli prodotti dalle centrali degli anni settanta!.
Indubbiamente è da rivedere il referendum sul nucleare del 1987. Sul referendum ci furono degli errori politici. Infatti il referendum venne approvato in un momento in cui l'opinione pubblica era influenzata dagli effetti del caso Chernobiyl.
Ma non bisogna dimenticarsi di continuare a puntare sulle energie rinnovabili necessarie per uno sviluppo sostenibile.